Il mio Bello

“Ho trovato la definizione del Bello. Del mio Bello” diceva Baudelaire.
E il mio bello (…) sono le capre bianchissime arrampicate sulle pietre aride del Carso, (…) i pini curvati dalla bora fin dentro il mare, i chilometri e chilometri in mezzo a boschi abitati solo dal silenzio, la scomodità di un mare trasparente che non conosce o quasi le spiagge di sabbia ma solo i grandi scogli bianchi o i ciottoli (…), e poi la terra rossa e sassosa, i pergolati di uva rosa, gli ulivi stenti, i campanili aguzzi, le piccole case armoniose di pietra, i palazzetti veneziani con i merletti di marmo intorno alle finestre, un colosseo che si specchia nel mare di fronte, panorami continuamente mossi, boschi in alto sui monti, e sotto, sempre, da ogni parte, il mare che entra e esce da fiordi, insenature piccole e grandi.
– Anna Maria Mori, Nata in Istria, Rizzoli, 2006

Per quanto ci possa provare, con tutte le mie parole e le mie fotografie, non riuscirò mai a descriverlo compiutamente.
La luce, che incide i contorni delle cose e lascia solo l’essenziale.
Il blu e il verde. Lo smeraldo, il grigio, il giallo delle ginestre in fiore, il candore della roccia.
E il profumo che t’investe quando arrivi: elicriso, rosmarino, alloro, mirto, salvia, resina.
Il gesto lento, elegante, del cormorano appollaiato sullo scoglio, che allarga le ali nel vento e le asciuga.
L’onda che torna sulla riva, metodica, ostinata, come un cuore che batte. Il tintinnio squillante delle vele.
L’abbraccio freddo e vellutato dell’acqua.
Grilli, cicale, onde. Il canto degli uccelli, all’alba, e onde.
Respiro e onde. Respiro e onde. Respiro. E onde.

Respiro

Isola di Lussinpiccolo, 8 giugno 2017

Manca una settimana. Solo una settimana ancora.

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